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Ho tutti i possibili difetti, ma sarà vero?

 

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Foto di Markus Spiske su Unsplash

Ho tutti i possibili difetti, ma sarà vero?

Questo post è dedicato a  tutte quelle persone che sono li a trovarsi tutti i difetti di questo mondo.

Personalmente ne conosco molti,  anche tu?

Se ne conosci almeno uno, di certo sarai sorpreso di come li riesce sempre a trovare, anche se a tuo parere non credi ne esistano.

 

Perché questo accade?

La risposta è nella nostra mente, se proviamo a farci delle domande la nostra mente si mette subito alla ricerca di risposte.

Siamo fatti così ed è una cosa bellissima, ma allo stesso tempo limitante.

Però è possibile controllare tale processo.
Ti faccio subito un esempio: sicuramente sarà capitato anche a te trascorrendo una serata con amici, di parlare di quella particolare persona o di quel particolare luogo e non ricordarne il nome.

Cosa accade?
Sono certo che in questi casi il nome lo hai sulla punta della lingua, ma al momento non ti sovviene chissà per quale motivo.
(Se ricordi bene ne abbiamo già parlato in un precedente podcast sul nostro canale Telegram).

 

Ho tutti i possibili difetti, ma sarà vero?

 

Dopo un po’ di tempo lasci perdere e decidi di non pensare più a quel nome e inizierai a cambiar discorso; però a distanza di qualche ora o addirittura il giorno dopo, qualcosa ti fa ricordare immediatamente quel nome o quel luogo a cui però avevi smesso di pensare da ore.

Cosa significa?

Significa che ogni volta che ci facciamo una domanda, il nostro cervello si mette al lavoro per cercare una risposta.

Se non la trova subito ci permette di fare altro, ma inconsciamente continua comunque a lavorare, continua cioè a restare focalizzato sulla domanda.

La nostra mente risponde a qualsiasi domanda noi le facciamo.
È importante saper identificare questo processo, perché il come comunichiamo con noi stessi potrebbe influenzare i nostri risultati.

Se ci domandiamo cosa c’è che non va in noi, di certo il nostro cervello ci risponderà: troppi brufoli, naso troppo grande, troppi vizi, tutte risposte negative.

Però se ci domandiamo: cosa c’è di bello in noi?

Otterremo risposte positive.

Ovvio che non bisogna ignorare i problemi, se ce ne sono è bene affrontarli e risolverli, ma focalizzarsi solo su di essi significa vivere emozioni negative.

Se è vero che la qualità della nostra vita è direttamente proporzionata alla qualità di emozioni che andiamo a vivere, è importante farsi le domande giuste.

Se poi continuiamo ad usare la parola “perché” anche con noi stessi, non faremo altro che continuare a limitare il nostro vivere.

Il come usare le parole è importante,  sei già iscritto alla nostra newsletter? Allora se ricordi bene abbiamo dedicato alcuni numeri a questo argomento.

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MA, PERÒ, COMUNQUE

Il perché rappresenta una potenziale barriera per una comunicazione efficace, sia con gli altri, ma anche e soprattutto con noi stessi.

Quante volte ci hanno rivolto domande del tipo: “Perché ce l’hai con me?”, “Perché sei arrabbiato?”, “Perché l’hai fatto?”, sono tutte domande che aprono una serie infinite di risposte.

Proviamo ad eliminare le seguenti parole dal vocabolario: MA, PERÒ, COMUNQUE.
Queste parole vanno a contraddire quanto detto prima.

Quante volte ti sei detto: “Ho fatto un bel lavoro, PERÒ…”. Se usi il però non farai altro che contraddire quanto hai già detto, cioè non credi di aver fatto un bel lavoro.

Per evitare di contraddirti usa parole diverse, del tipo: E, ED È PER QUESTO CHE….

La frase di prima quindi potrebbe trasformarsi in: “Ho fatto un bel lavoro E.. per questo mi devo premiare”.

 

Sappiamo che nel momento in cui qualcuno ci dice di non pensare qualcosa, questo qualcosa subito compare nella nostra mente; se ti trovassi su una scala e qualcuno ti dicesse: “non pensare che puoi cadere mi raccomando”, con ogni probabilità otterrebbe l’effetto contrario, perché per non pensare di cadere la tua mente deve pensare prima di cadere e poi deve annullare l’immagine.

Quante volte quando sbagliamo qualcosa, ci diciamo la frase: “Perché sono cosi fesso?”.

Il solo fatto di domandarci “Perché sono così fesso” innanzitutto ci distrugge l’autostima, poi ci etichetta come persone “fesse”, andremo cioè ad attaccare la nostra identità permettendo al nostro cervello di trovare tutte le risposte che soddisfino il requisito secondo il quale siamo dei  “fessi”.

Forse ci saremo comportati come dei fessacchiotti in qualche situazione, secondo il nostro punto di vista, ma questo non può certo bastare per darci un’etichetta del genere, di persone che si comportano sempre in tale maniera.

Per una domanda negativa troveremo solo risposte negative che faranno insorgere sentimenti simili, non può essere diversamente.

Il ragionamento è tipico di noi umani, sappiamo farlo molto bene e ogni volta che mettiamo in atto dei ragionamenti sensati, siamo sempre coerenti con quanto diciamo.

Non puoi rispondere alla domanda “perché sono così brutta?” dicendo: “perché ho vinto le selezioni di Miss Italia”, non sarebbe una risposta coerente, quindi la tua mente non potrà mai pensare una cosa simile.

Le nostre domande seguono un percorso molto semplice: cercano risposte.

Se ti è piaciuto questo post ti consiglio il libro dal quale sono state estratte alcune righe:  Perchè succede tutto a me? – edizioni franco angeli .

E’ semplice e di veloce lettura, un modo divertente per continuare a stare insieme….

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