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Legge dell’attrazione. C’è qualcosa di vero?

 

legge dell'attrazione
Foto di Dan Cristian Pădureț su Unsplash

Legge dell’attrazione. C’è qualcosa di vero?

Da anni ormai impazza la moda della legge dell’attrazione, ne sono usciti video, DVD, creati gruppi su Facebook e addirittura si fanno corsi (a pagamento) su questo tema, a volte facendo intervenire “grandi” ospiti dall’estero.

Ci sono persone informatissime su questo tema, i fans sono milioni in tutto il mondo.
Vi sfido a trovarne o contattarne uno, e una volta trovato fategli la domanda: “Allora, il tuo primo milione di euro lo hanno guadagnato?”.

No?
Per la miseria quanto mi dispiace.

Allora molto probabilmente ti risponderà che il pensiero da solo non è sufficiente a creare la realtà, ciò che fa accadere realmente e velocemente le cose è l’energia emotiva che viene associata al pensiero.

Probabilmente crede di dover lavorare ancora molto su sè stesso proprio in quest’area.

La maggior parte delle persone che credono in questi risultati “miracolosi” hanno la convinzione che se l’Inconscio non collabora, vuol dire che ci sono resistenze inconsce che ti ostacolano!

Che trovata geniale!
Povero Freud.

legge dell'attrazione
Foto di Chris Nagahama su Unsplash

Comunque, tornando a noi, se anche tu come tanti altri, dopo aver letto “Il Segreto” di Rhonda Byrne, ti sei lanciato euforico nella Legge di Attrazione e non sei riuscito a manifestare ciò che desideravi, non sentirti solo!
Come te c’è tutta l’umanità intera.

Ma allora, perché ancora ci sono persone che cercano il famoso segreto?

Semplice.
L’impegno, quello duro, non piace a nessuno. Meglio star seduti ad aspettare un pensiero che non si manifesterà mai (per fortuna) e coltivare l’eterna speranza della vita migliore.

Il bello è che tale “legge dell’attrazione” non è una trovata di oggi.
Se cerchiamo nella storia troviamo migliaia di casi simili, e se analizziamo tempi recenti, troviamo anche delle affascinanti ricerche scientifiche che in parte, gli si avvicinano.

Un caso di questi è quello denominato Effetto Pigmalione, andiamo ad conoscerlo meglio.

 

Effetto Pigmalione

Perché questo nome: Pigmalione?

Pigmalione era re di Cipro, secondo Arnobio (Adversus nationes, VI, 22), si sarebbe innamorato di una statua della dea Afrodite, ma era anche uno scultore e aveva modellato una statua femminile, nuda e d’avorio, che egli stesso aveva chiamato Galatea (dal greco gala, galaktos, latte).

Pigmalione si innamorò della statua, considerandola, come tutti gli innamorati, il proprio ideale femminile, superiore a qualunque donna, anche in carne e ossa, tanto da dormire accanto ad essa sperando che un giorno si animasse.

A questo scopo, nel periodo delle feste rituali in onore di Afrodite, Pigmalione si recò al tempio della dea, pregandola di concedergli per sposa la creatura nata dalle sue mani, rendendola umana e la dea acconsentì.

Ovidio descrisse così, la metamorfosi di un essere inanimato, ma alla base del mito non vi è, come credeva invece Arnobio, la banale adorazione di un idolo, ma la dedizione dell’artista al prodotto della sua arte che si spinge fino alla immedesimazione e al congiungimento con esso, ottenuto attraverso la ricerca di Afrodite, cioè della bellezza e dell’amore.

 

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Studi di Rosenthal

Il nome “effetto Pigmalione” nella ricerca odierna si deve agli studi di Rosenthal, il quale sottopose ad un test di intelligenza gli alunni di una scuola elementare della California.

Personalmente trovo anche abbastanza inquietante pensare che un esperimento del genere sia stato effettuato con i bambini come cavie.
Vediamo nel dettaglio cosa ha scoperto Rosenthal.

Prese un campione casuale tra i bambini della scuola e disse alle loro insegnanti che si trattava di bambini che, secondo alcuni test effettuati, erano risultati particolarmente intelligenti.

Ad un secondo gruppo di insegnanti fu fatto invece credere l’opposto, cioè furono assegnati altri bambini in modo del tutto casuale, ma fu fatto credere loro che secondo alcuni test effettuati, non risultavano molto intelligenti.

Ad un anno di distanza gli alunni catalogati come “intelligenti” si erano effettivamente dimostrati i migliori della classe.
E non si trattava soltanto di un giudizio dato dalle insegnanti, i ragazzini in questione erano migliorati veramente.

Gli insegnanti avevano effettivamente influito fortemente sulle capacità espresse dai bambini: ad un anno di distanza gli alunni che Rosenthal aveva indicato come i più dotati si erano effettivamente dimostrati i migliori della classe.
E non si trattava soltanto di un giudizio dato dalle insegnanti, i ragazzini in questione erano davvero migliorati in modo sorprendente.

La spiegazione di quello che Rosenthal ha chiamato, appunto, effetto Pigmalione, è che le nostre aspettative possono influenzare in maniera radicale le nostre relazioni e le performance che possiamo ottenere dagli altri.

 

Credenze autoavveranti

Gli insegnanti, credendo nell’alto potenziale di quei bambini, si comportarono con loro in modo diverso rispetto a quanto avrebbero fatto normalmente (più incoraggiamento, più stimoli…).
E i bambini reagirono di conseguenza, ottenendo risultati migliori.
Il comportamento dei docenti aveva consentito ai bambini di mettere in campo il meglio delle loro capacità, superando i limiti delle loro stesse aspettative.

L’effetto Pigmalione influenza i rapporti umani, di qualunque natura essi siano, e purtroppo non sempre in maniera positiva.

E’ quella che Watzlawick chiamerebbe una “profezia che si autorealizza”.

Un lettore attento a questo punto può trovare enormi analogie tra queste nozioni spiegate ora e la famigerata legge dell’attrazione, la quale in pratica, ha qualcosa di assolutamente condivisibile alla base, purtroppo però, si cade nel ridicolo quando si esagera.

 

Siamo ciò che crediamo di essere. (Benjamin N. Cardozo) Condividi il Tweet

 

La spiegazione psicologica è che le nostre aspettative e le nostre credenze possono influenzare profondamente le nostre relazioni con gli altri.

Nel caso citato prima, gli insegnanti hanno creduto veramente nelle possibilità dei bambini e si sono poi comportati con loro, in un modo più incoraggiante di quanto non avrebbero fatto normalmente.

La reazione, il feedback retroattivo che si sviluppò, fu che i bambini reagirono positivamente all’atteggiamento incoraggiante e alle aspettative, impegnandosi di più e mostrando un maggior interesse.

Questo effetto si manifesta solo nell’insegnamento?

Certo che no!

Legge dell’attrazione. C’è qualcosa di vero?

 

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Molte persone, per via di varie esperienze negative che hanno avuto nella vita, vivono le relazioni con gli altri con diffidenza.

A volte per evitare le delusioni, mettono in atto più o meno inconsciamente, una serie di strategie difensive per evitare che gli altri si comportino nel modo temuto.

E’ vero però anche il contrario.

Persone con esperienze positive, si lanciano a volte con euforia verso nuovi rapporti o imprese lavorative, semplicemente perché le esperienze che hanno avuto hanno dimostrato loro che è meglio cosi.

Però cosa accade, che le strategie messe in atto dai primi, si rivelano controproducenti.

Infatti se l’altra persona si sente che non stimata e non degna di fiducia, come potrebbe reagire?

Come si dice: “fidarsi è bene e non fidarsi è meglio”, ma a livello psicologico, è vero il contrario: le persone che hanno un atteggiamento rilassato e sicuro nei confronti degli altri, ottengono molto di più dai loro rapporti sociali.

L’Effetto Pigmalione non riguarda solamente quanto le nostre convinzioni fungono da filtro nella nostra percezione della realtà, ma anche quanto le nostre convinzioni influenzano la realtà stessa.

E’ un procedimento psicologico preciso, anche abbastanza semplice da capire, non esistono alchimie strane. Chissà se i grandi guru della legge d’attrazione lo capiranno mai.

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