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Fabio Pandiscia,FACS,linguaggio del corpo,microespressioni

Perché se sei uno psicologo devi conoscere il linguaggio del corpo?

 

perchè se sei uno psicologo devi conoscere il linguaggio del corpo
Foto di Mark Williams su Unsplash

Perché se sei uno psicologo devi conoscere il linguaggio del corpo

Il linguaggio del corpo si riferisce a tutta una serie di segnali non verbali, spesso involontari ed inconsapevoli.
Per nascondere i veri sentimenti  e cioè “falsificare” il linguaggio del viso o del corpo, bisognerebbe riuscire a controllare ogni singolo muscolo facciale, cosa ovviamente non possibile.

Il corpo quindi è indice di verità, ma allora, perché ci sono professionisti che ne sottovalutano l’importanza?

Conosco molti psicoterapeuti che dicono di conoscere bene il linguaggio del corpo, alcuni vengono addirittura chiamati da aziende per fare selezione del personale, ma la percentuale di questi che conosce il metodo FACS o il più semplice METT o Mix è molto, molto ridotta.

Come si può conoscere il linguaggio del corpo quando la preparazione avviene solo attraverso qualche nozione universitaria tratta da qualche esame, o dalla lettura di qualche libro in proposito?

Il linguaggio del corpo è vasto e soggetto anche ad errori frequenti se non vengono presi in considerazione alcuni parametri.
In certi casi anche il solo 1% di probabilità di errore è un rischio troppo elevato.

 

emozioni
Foto di Sydney Sims su Unsplash

Quando possiamo esser certi di interpretare bene la comunicazione non verbale del nostro interlocutore?

Possiamo interpretare con pochi errori il linguaggio del corpo del nostro interlocutore ad esempio, quando siamo alle prese con degli emblemi (gesti inequivocabili, appartenenti ad una determinata cultura), o quando sappiamo riconoscere quali unità d’azione si stanno muovendo nel suo viso.

In quest’ultimo caso possiamo farlo solo conoscendo le unità d’azione del facs, ma NON basta.

Il facs è solo un atlante del viso, ci dice che espressione ha assunto il viso e quali unità d’azione sono entrate in gioco, per completare un’interpretazione ci serviremo di altri strumenti come EMFACS o il Mett o il MIx.

Cosa sono e a cosa servono?

Il facs serve a spiegare ciò che accade nel Mett e nel Mix. Questi ultimi non sono altro che strumenti tecnologici che ci aiutano nel riconoscimento delle emozioni universali.

In pratica tramite la conoscenza di questi strumenti possiamo riconoscere quale emozione sta realmente provando il nostro interlocutore, una frazione di secondo prima che lui stesso ne sia cosciente.

Se sei una psicoterapeuta puoi intuire già da solo quali vantaggi possono scaturire da un’interpretazione del genere.

Il caso della paziente di nome Mary di cui Ekman parla spesso nei sui libri (vedi: “I volti della menzogna” o “Te lo leggo in faccia“) è un esempio di ciò cui stiamo parlando in questo articolo.
Se i dottori che avevano in cura Mary leggevano la sua micro-espressione di tristezza (che è stata notata  solo successivamente alla sua morte per suicidio, grazie ad un’intervista registrata) di certo non la facevano uscire dalla struttura cui era ricoverata.

 

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Perché se sei uno psicologo devi conoscere il linguaggio del corpo?

In parte abbiamo già risposto a questa domanda.
Basarsi solo sulle braccia incrociate, gambe accavallate e chi più ne ha più ne metta, è il modo più stupido e poco professionale per basare la propria conoscenza sul linguaggio del corpo.

Ogni singolo gesto non significa nulla, se non viene collocato nel contesto e nel tempo giusto in cui viene effettuato, ma per farlo occorre una formazione apposita.

I segreti del linguaggio del corpo

 

Strumenti come il facs e il Mix sono i mezzi dell’analisi del viso per eccellenza.
Senza di loro non sapremo cosa andare a notare nel viso e neanche dove andarlo a cercare.

Senza tali conoscenze, come si può proseguire un colloquio?
Quante saranno le probabilità di non capire le vere emozioni del tuo cliente se sei un venditore, o del tuo paziente in caso fossi uno psicoterapeuta.

Oltre ai segnali del viso, sono anche importanti i vari segnali non verbali che ci invia il corpo del paziente, ma se ogni singolo gesto non significa nulla, come ci dobbiamo comportare?

  • Hai notato durante il colloquio psicologico una prossemica del tuo paziente in avanti?
  • Hai notato un linguino (un rapido guizzo della lingua sulla labbra)?
  • Hai notato un accarezzamento dei capelli?

Tutti questi segnali in genere, sono “catalogati” come segnali di interesse o di gradimento in qualsiasi testo di bodylanguage, ma se ci basiamo solo su queste nozioni, potremmo fare enormi errori di interpretazione.

 

mani
Foto di Milada Vigerova su Unsplash

Ogni singolo gesto non significa nulla

Se presi singolarmente non significano nulla, ma assumono il loro vero significato solo:

  • Se interpretati nel contesto in cui avvengono
  • Se oltre a quel singolo gesto avvengono altri gesti noti come “riverberi gestuali
  • Se la scelta del tempo in cui avvengono è congruente con la loro “messa in azione”
  • Se il gesto è congruente con il paraverbale e il verbale

In questo ambito l’interpretazione del linguaggio del corpo assume tutto un altro significato, molto più professionale e se saputo usare, aumenta il rapport, l’empatia e favorisce la comunicazione autentica tra paziente e psicoterapeuta.

Se vuoi approfondire l’argomento, parleremo anche di questo al prossimo corso linguaggio del corpo, clicca qui sotto per scoprire le date e il programma:
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Alla prossima.

Stay tuned!

 

 

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facs,microespressioni
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