I segreti, le origini e le gioie del sesso?
Ti sei mai chiesto quali sono i segreti, le origini e le gioie del sesso? Il sesso è concepito in modo molto diverso da uomini e donne.
Cominciamo con il capire perché.
Come sempre, la prima motivazione è di origine biologica: mentre un uomo può aver rapporti con quante donne desidera, e “farla franca”, per una donna la cosa non è altrettanto facile.
A ciò si aggiunge l’istinto, che porta appunto l’uomo ad avere più partner, per poter generare più discendenti.
In senso contrario gira l’istinto femminile, che al contrario seleziona con molta cura il partner, per fare in modo di non ritrovarsi sola e incinta perché il farabutto in questione è fuggito via.
Certo, non si fa sesso solo per fini riproduttivi, e questo proprio perché, in quanto primati [Inteso come il gruppo zoologico sistematico cui appartengono le scimmie e noi], siamo animali sociali.
Nella specie umana, non ci sono periodi di “calore” femminile, come avviene ad esempio in cagne e gatte.
Anzi, per motivi evolutivi nemmeno le donne sanno con precisione quando sono fertili e quando no.
Ciò è dovuto al fatto detto poc’anzi: un uomo che fa sesso con una femmina fertile, una volta che è sicuro di averla messa incinta, potrebbe andarsene e cercarne un’altra.
Del resto, è quel che accade appunto tra cani e gatti.
Per evitare che accada, le femmine umane hanno perso ogni segnale di fertilità “sicura”.
Per saperlo con precisione devono fare dei test specifici, come quelli ormonali.
Perché accade?
Non è certo, esistono due teorie.
Le due teorie
Secondo una di queste [Alexander & Noonan, Università del Michigan], non sapendo quando è fertile e quando no, l’uomo deve stare con lei più a lungo, in modo da essere sicuro della paternità.
Immaginiamo che la donna, come capita in altre specie animali, quando è fertile lo manifesti in qualche modo, magari come capita nelle altre scimmie cambiando colore della pelle.
L’uomo non dovrebbe fare altro che stare con lei in questo periodo ristretto, poi, quando lei torna di colore “normale” andarsene via.
Ma se così fosse, lei sarebbe costretta a sopravvivere da sola, e se oggi è difficile, provate a pensare cosa sarebbe stato qualche millennio fa!
Per evitare che ciò avvenga, lei non mostra alcun segno, così lui è costretto a stare con lei più a lungo, per esser certo che il figlio che lei porta in grembo sia suo.
L’altra teoria [Hrdy, Università della California a Devan] è molto crudele, ma logicamente corretta: molte specie animali, come i leoni e i leoni marini, uccidono la prole degli altri maschi quando ne conquistano l’harem.
Così facendo, le femmine alleveranno solo i loro figli, e non quelli di altri maschi sconfitti.
Tale pratica era frequente anche nella specie umana, in molti casi fino a pochissimo tempo fa.
In alcune culture, come ad esempio in Nuova Guinea, l’infanticidio era considerata una pratica normale per evitare figli indesiderati fino ai primi decenni del XX secolo.
Non sapendo però chi è il vero padre del bambino, è molto improbabile che un uomo lo uccida, in quanto potrebbe finire per uccidere il proprio figlio.
Questo, che in teoria (e in pratica, per decine di migliaia d’anni) doveva portare gli uomini a essere meno egoisti, s’è dimostrato un boomerang micidiale per le donne, quantomeno negli ultimi 10.000 anni.
Infatti, per assicurarsi la paternità dei figli gli uomini, più grossi e prepotenti, hanno relegato le compagne a ruoli di secondo piano, in casa, in modo da evitare che incontrassero altri possibili partner.
Ancora peggio, hanno evoluto codici morali e comportamentali, in alcuni casi persino feroci tabù morali, da applicarsi solo ed esclusivamente alle donne.
Il tradimento
Il tradimento da parte maschile è sempre considerato poco intelligente, ma per lo più accettato, in qualche misura.
Le leggi, fatte dagli uomini, stabilivano che un uomo che tradiva la moglie doveva risarcirla in qualche modo, in quasi tutte le culture.
Ben diverso era il trattamento riservato alla donna traditrice, che poteva essere lapidata, pestata a sangue, ripudiata o, nelle civiltà più avanzate, punita a volere del marito.
La paura maschile di avere in casa figli non propri è antica, quindi, e istintiva.
Gli uomini attaccano per istinto ogni partner che si avvicina alle proprie donne, e tale concetto si estende quasi sempre anche alle figlie.
Fino a poco tempo fa, erano i padri a scegliere i mariti per le figlie.
In realtà, pare che siano entrambe vere: la specie umana ha evoluto questo sistema in modo parallelo.
La prima motivazione pare fosse nascondere l’infanticidio.
Parliamo ancora di ominidi, che con tutta probabilità formavano harem come quelli dei gorilla, quindi una fertilità non evidente rendeva l’uccisione del piccolo un rischio.
A seguire, quando diventammo monogami e formammo delle coppie, l’ovulazione non manifesta divenne un motivo in più per l’uomo di rimanere con la stessa donna [Sillén-Tullberg & Moller].
Non basta però la spinta “biologica” a giustificare l’ossessione umana per il sesso.
Possiamo dire che pressoché per tutti i mammiferi il sesso è un’esperienza piacevole.
Questo è un trucco evolutivo, soprattutto per le femmine, come a “compensare” la fatica data dalla gravidanza.
Ma se fosse solo così non avrebbe senso che i maschi provino piacere, e invece così non è.
A dirla tutta, il sesso in molte specie è più gratificante per i maschi che per le femmine.
Per esempio, sembra che nelle altre scimmie le femmine non abbiano orgasmi, mentre i maschi sì.
Nella specie umana come sappiamo anche le donne possono avere orgasmi, senza che ciò abbia un fine riproduttivo come nell’uomo.
Lo scopo evolutivo dell’orgasmo femminile umano è quello di gratificazione, è cioè una ricompensa per il sesso.
l’orgasmo femminile è legato all’intesa emotiva
È anche stato notato come, durante l’orgasmo, la cervice (l’apertura dell’utero) si spingeva in avanti, aprendosi, rendendolo più “transitabile” per gli spermatozoi.
Questo significa che, in un orgasmo simultaneo uomo-donna, le possibilità di concepire aumentano molto.
Essendo l’orgasmo femminile legato all’intesa emotiva, questo aiuta la donna ad avere un figlio con l’uomo che ama, e ad averne meno con un uomo con cui non ha intesa sessuale e quindi mentale.
I maschi provano piacere perché ciò ha fini riproduttivi, ma in molte specie non c’è alcun legame tra le due cose.
L’istinto compensa ampiamente il piacere di pochi minuti di sesso.
Nei mammiferi sociali, in molte specie, quantomeno tra quelli che abbiamo più vicini, i cani sono un ottimo esempio di sesso per esprimere dominanza, tant’è che anche le femmine dominanti “montano” chi vogliono dominare, il sesso assume un aspetto secondario di importanza cruciale: collante nei rapporti sociali.
Maschi e femmine di molte specie di primati, soprattutto, come gli scimpanzé e i bonobo, fanno sesso spessissimo, non solo per riprodursi.
Per loro è importante accoppiarsi per fare pace, per chiedere favori o per esprimere rispetto e sottomissione.
Come si può notare, sono tutte funzioni che abbiamo in comune con loro, anche se non avviene normalmente in una società umana, basta considerare un ambiente dominato da gerarchia e forza, come le carceri, per trovare le “funzioni accessorie” sessuali appena descritte!
C’è però una differenza importantissima, ovvero il fatto che i primati sanno comunque quando la femmina è fertile o meno, mentre come abbiamo detto nella nostra specie ciò non avviene.
Il sesso è diventato quindi ancora più importante, proprio perché le possibilità di generare un figlio sono del tutto casuali, a meno di insistere più volte con lo stesso partner cercando di proposito di ottenere la gravidanza.
Il compito è di per sé sfibrante.
Per l’uomo consiste nel cercare donne disponibili, il che non è per nulla facile, almeno per il 99% di loro.
Gli uomini di successo, giovani e belli non hanno questo problema, ma sono una minoranza trascurabile del totale.
Per le donne significa respingere diversi pretendenti non adatti per diversi motivi, e ricercare “quello giusto”.
Se si rinuncia al sesso, non solo il sesso in sé e per sé, ma tutto ciò che ne deriva, quindi la ricerca di un partner, l’attività sessuale vera e propria, la seduzione, gli impegni da prendere, la nascita di un figlio, la gestione della coppia, il tempo libero accumulato è impressionante, ma nessuno o quasi è disposto a fare questo scambio volontariamente.
Il nostro istinto del resto vuole che ci riproduciamo, e il nostro primo compito sul pianeta è appunto questo.
Per ovviare al tempo e alle energie necessarie, specie per le donne, il sesso è diventato quindi estremamente piacevole, e in molti casi dà una vera e propria dipendenza, da cui il termine “astinenza sessuale”.
Nella specie umana inoltre, essendo il parto un rischio elevatissimo, la natura ha fatto in modo che anche le donne provassero piacere, e a differenza delle altre femmine di primati, possono avere orgasmi durante l’atto sessuale.
Questo rimane però un “di più”, un premio si potrebbe dire, per aver trovato un partner adatto.
A differenza degli uomini, infatti, che senza orgasmo non generano figli, nella donna non c’è alcun legame tra le due cose.
È inoltre vero che la stragrande maggioranza delle donne per avere un orgasmo deve anche avere un qualche tipo di legame e condivisione con il partner, mentre per gli uomini tutto questo non è necessario.
Per dirla in termini semplici e brutali, gli uomini hanno bisogno di circa 3 minuti in media per avere un orgasmo, alle donne ne servono anche 15-20.
Per gli uomini del resto far avere un orgasmo alla propria partner è motivo d’onore, per cui molte donne fingono.
In una coppia ben equilibrata, comunque, l’uomo si adopera per soddisfare la compagna, che ha esigenze molto più articolate e bisogni più complessi.
Ad esempio, creare l’atmosfera è necessario per molte donne, mentre è quasi del tutto superfluo per un uomo.
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E il sesso occasionale?
Qui esiste una differenza immensa tra uomini e donne.
Gli uomini hanno due “liste” di parametri sui quali scelgono una donna come compagna di vita o compagna di una notte.
Ecco i requisiti che uomini e donne preferiscono e controllano nel partner “per la vita”.
Esiste una certa confusione tra ciò che uomini e donne desiderano in realtà e ciò che il sesso opposto immagina [Pease & Pease, Perché gli uomini possono fare una sola cosa per volta e le donne ne fanno troppe tutte insieme? (2003)]
Le donne confondono le due “liste” maschili, cioè quella per il sesso occasionale e quella per le relazioni serie.
Gli uomini ritengono che la bellezza, che per loro è tanto importante, conti anche per la donna.
In realtà, gli uomini in una donna apprezzano ben altro che “le curve”, e queste sono sì desiderate ma non ricercate, specie nella compagna di vita.
E le donne cercano la sensibilità, perché vogliono che il loro uomo sia anche gentile con lei e i loro piccoli.
L’uomo non ha interesse in questa dote, perché la da per scontata.
Gli uomini al contrario cercano la bellezza, perché è indice di un corpo sano e robusto.
Eccetto queste due cose, il resto è condiviso, anche se con priorità diverse.
Le cose però cambiano del tutto quando si tratta di un partner occasionale
In questo caso, per un uomo conta solo ed esclusivamente l’aspetto fisico della donna.
Il corpo e la bellezza sono tutto, mentre le caratteristiche negative, come un carattere scadente, l’infedeltà, la volgarità, la stupidità ecc. sono del tutto ignorate [David M. Buss, (1995)].
L’istinto maschile in pratica suggerisce che c’è una donna a disposizione, con un bel corpo, e finisce lì.
Non serve preoccuparsi di altro.
Del resto, è molto difficile che una donna riesca a sopraffare un uomo sul piano fisico, e l’uomo non rischia di restare “incinto” facendo sesso con una sconosciuta o quasi.
Il suo istinto quindi gli da l’OK per andare avanti e portarsi a letto il bel corpo in questione.
Nelle donne le cose non sono così semplici, e anche se esiste il sesso occasionale, si tengono sempre altri parametri oltre l’aspetto fisico puro e semplice, tra cui anche il carattere, che se non deve essere meraviglioso come quello di un potenziale partner, non deve neppure essere scadente.
In fondo, la donna sta rischiando parecchio fidandosi di uno sconosciuto!
Quando un uomo incontra una donna, questi parametri sono sempre attivi, ma se lei risponde anche ai suoi parametri “personali” [Se, cioè, la donna in questione ricalca il suo modello femminile per eccellenza, cioè gli ricorda l’aspetto della propria mamma] si passa dalla semplice attrazione all’innamoramento.
Nella donna, sesso e amore sono del tutto distinti come concetti, e si ricongiungono solo in certe occasioni e con certi uomini.
Distinguono molto il concetto di fare l’amore dal fare sesso.
Per gli uomini la differenza tra queste due forme è molto sottile, e in molti casi le confondono.
Un uomo ha (quasi) sempre il dubbio di amare una donna o di essere solo infatuato da lei, e per risolvere il dubbio il metodo più semplice ed efficace che conosce è fare sesso con lei.
Dopo aver fatto sesso, infatti, il suo “compito biologico” è esaurito, e in lui si spegne il desiderio, almeno per un po’.
Se prova amore verso la donna, si sentirà ancora attratto da lei, mentre se si è trattata solo di una cosa passeggera cercherà un modo per allontanarsene.
Nota per gli uomini: le donne apprezzano il sesso, e anche molto!
Spesso, più degli uomini. Molto spesso hanno dei partner a disposizione tra cui scegliere, e quando ne hanno voglia fanno sesso senza porsi troppi problemi.
Ma non avendo un “imperativo biologico” forte come quello maschile, fanno sesso quando vogliono, non ogni volta che se ne presenta l’occasione.
Se una donna non vuole fare sesso, non c’è nulla al mondo che possa farle cambiare idea!
Nota per le donne: gli uomini non apprezzano il sesso, ne sono schiavi!
Il loro cervello manda di continuo segnali che li inducono a trovare partner sessuali.
Non hanno conseguenze negative dal sesso, quindi immaginano che neanche una donna le abbia.
Gli uomini si lamentano spesso di non fare abbastanza sesso, sia con la propria partner, quando è presente, sia con donne occasionali.
Ma ciò che li spinge non è la passione, è l’istinto puro e semplice.
Il rapporto dell’uomo con il sesso e l’amore è un punto piuttosto contorto
Un uomo non è sicuro di amare una donna fino a quando non ci è andato a letto, ma se ciò accade quando lui vorrebbe (cioè subito, al primo incontro) perde interesse per lei.
Il suo istinto gli suggerisce infatti che lei, avendo ceduto così presto alle sue avance, non è fedele e quindi è facile che abbia altri uomini.
E che quindi la paternità del futuro bambino sarà quantomeno indubbia.
Se però lei si nega, lui perde lo stesso interesse, perché l’istinto lo spinge a cercare altrove una donna più disponibile.
È un nodo così intricato che molti uomini si dicono ignari di come scioglierlo!
In tanti dicono di amare una donna senza sapere il perché, nel senso che tutti dicono di averla desiderata, ma che poi “non è finita lì”.
Quindi, come deve comportarsi una donna che vuol far breccia nel cuore di un uomo e non nei suoi pantaloni?
Non c’è una risposta decisiva.
Di sicuro, una donna che si concede al primo appuntamento perde ogni tipo di attrattiva, perché il corteggiamento è lo spirito da “cacciatore” che si cela in esso.
Per un uomo a livello istintivo la donna da conquistare è una preda.
Non a caso, si usa il termine “conquista”, tanto caro ai maschi, che è lo stesso che si usa per una città, ovvero una preda.
Quando corteggia, un uomo mette in atto una strategia, in modo conscio e inconscio, simile a quella che utilizza quando caccia o combatte.
Il successo facile elimina ogni “gusto”, la sfida ardua è più interessante di quella scontata. Certo, l’uomo farà di tutto per portarsi a letto la donna, ma sta a lei resistergli.
Se lo farà, e lui è davvero interessato, il corteggiamento andrà avanti, e lui acquisirà interesse nei suoi confronti.
Ma è solo dopo aver fatto sesso, quando il cervello è libero dall’eccesso costante di testosterone, che l’uomo sarà in grado di giudicare a mente fredda.
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Ci sono uomini convinti di amare una donna, che dopo essersela portata a letto la lasciano, dicendo che “è stato un errore!”.
L’infatuazione e l’amore sono quindi molto vicini, nel sesso maschile.
Secondo una ricerca (Pease & Pease), un uomo deve fare sesso almeno 5 volte con la stessa donna prima di capire se l’ama o meno.
Questo “trucco” biologico fa in modo che lui le stia vicino per un po’ di tempo, sufficiente a massimizzare le possibilità di ingravidarla.
La maggior parte degli uomini, dopo aver fatto sesso 4 volte (non per forza di seguito!) perde interesse per la donna: significa che era infatuazione e non amore, ma lui stesso non ha modo di saperlo con certezza.
Lo stesso comportamento è stato osservato in altri maschi di mammifero, come i montoni, i cavalli e i maiali, solo per citare quelli domestici.
Questo porta l’uomo stesso a diffidare dell’amore e a non dire molto spesso “ti amo”.
Lui per primo è confuso dei suoi stessi sentimenti, e dichiarare che ama una donna è un po’ una forzatura. Inoltre, detesta esporsi dal punto di vista emotivo.
Altra cosa molto evidente: se lei non ne “vale la pena”, il suo rifiuto condurrà ad un abbandono. Un uomo si impegna a faticare se il risultato vale la candela, non si sforzerà affatto se la donna non gli interessa almeno un po’.
Ci proverà comunque, specie se è in astinenza sessuale, ma la storia non andrà avanti.
La seduzione femminile deve equilibrare il rapporto tra donna disponibile, donna troppo facile e donna troppo difficile: se si veste da suora, non lo interesserà, di solito.
Se porta tacchi altissimi, minigonna “ascellare” e scollatura vertiginosa, sarà buona per una notte, ma non certo come compagna.
L’equilibrio è tra i due estremi, sia come vestiario che come comportamento.
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