La depressione può avere un volto e un umore?
Chester Bennington, cantante dei Linkin Park è morto suicida il 20 luglio 2017.
Sappiamo del suo terribile passato e di come abbia sofferto per questo durante tutta la sua vita, la cosa però che più mi ha colpito è stato il video girato dalla moglie qualche ora prima che si suicidasse.
La moglie ha postato in rete un video dicendo che “la depressione appariva cosi ai nostri occhi.. non ha un volto né un umore”.
Ma è proprio vero che la depressione non ha un volto?
In realtà ciò è falso, perché la depressione ha delle codifiche del viso ben precise ed è possibile riconoscerla in mezzo a tante altre emozioni, perché è specifica e codificabile. Molti dei muscoli facciali in azione nella depressione li possiamo ovviamente trovare nella tristezza, che è una delle emozioni universali.
Della tristezza abbiamo già parlato in un altro articolo – clicca qui – ed è facilmente riconoscibile.
Riconoscerla può significare saper intervenire in tempo, dare quel sostegno che l’altro si aspetta, ma al momento non riesce a trovare né in lui, né all’esterno
Guardiamo insieme questo filmato di 40 secondi.
Nella scena, Chester Bennington ride e scherza con la sua famiglia, con uno dei sei figli, seduto al suo fianco, con il quale si sta sfidando a mangiare una strana caramella.
Chester aveva 41 anni quando ha commesso il suicidio. Da quel giorno la sua famiglia si sta impegnando in prima persona per aumentare la consapevolezza dei pericoli della depressione e per aiutare le persone che lottano contro di essa – e i familiari che devono stare al loro fianco – a sconfiggerla.
Il filmato registrato a poche ore dalla scomparsa del marito vuole dimostrare quanto i sintomi possano essere subdoli, quanto possa essere facile mistificarli, quanto possa essere difficile notarli, cosi almeno hanno detto i famigliari.
Come riconoscere la depressione
Un esperto in microespressioni facciali o meglio ancora, un esperto in FACS (Facial Action Coding System) sa che gli stati emotivi della tristezza si esprimono con codifiche facciali ben precise.
Nella tristezza, la sofferenza è in sordina ed è sovente causata dalla morte, dall’abbandono di una persona amata, da profondi disagi emotivi vissuti o anche dalla perdita di un’opportunità, o della stessa salute.
Se la tristezza si protrae nel tempo, è facile andare incontro ad uno stato depressivo
Come riconoscere la tristezza
- gli angoli interni delle sopracciglia sono sollevati (codice facs AU1)
- la pelle scoperta sotto il sopracciglio forma un triangolo con l’angolo interno in su (codice facs AU 1+4)
- l’angolo interno delle palpebre superiori è sollevato;
- gli angoli della bocca sono piegati in giù (codice facs AU15)
I muscoli del viso che sono SEMPRE presenti nella tristezza e che troviamo ovviamente nella depressione sono AU1 + 4 e a volte anche AU 15. Nel video sopra li troviamo tutti e tre.
Nei min 0:29 e 0:30 notiamo gli angoli della bocca in basso AU15 + 1 + 4
E’ un’espressione che Chester mantiene per molto tempo, non è possibile non notarlo.
Qui sotto riportiamo una tipica espressioni della tristezza dove si vedono bene gli angoli interni delle sopracciglia sollevati e gli angoli della bocca in giù. (La foto è stata presa dal post della humintell che abbiamo pubblicato di recente – clicca qui – per leggere l’articolo sulle 7 emozioni universali)
Riconoscere le emozioni può essere utile a molte cose, sono certo che se fosse riuscito a capire lo stato emotivo del momento, il figlio Draven Bennington non avrebbe detto queste parole: “Era davvero bravo a nasconderlo”. L’ho incontrato una settimana prima che accadesse e non avevo notato niente. Pensavo andasse tutto bene. Col senno di poi, penso che potrebbe aver pianificato quella visita, per trascorrere del tempo insieme prima di togliersi la vita”.
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